Blu-ray e DSD sui pc Sony Vaio
Alcuni rumors annunciano la disponibilità delle tecnologie Blu-ray e DSD sui pc Sony Vaio
di Fabio Boneschi pubblicata il 18 Aprile 2005, alle 17:20 nel canale PortatiliSonyVAIO
Alcune voci annunciano l'imminente introduzione dei masterizzatori Blue Ray sui notebook e desktop Vaio. Questa non è una novità sconcertante poichè deve essere vista come l'evoluzione tecnologica delle attuali tecnologie.
Ben più interessante è il rumors secondo cui i nuovi Vaio supporteranno la tecnologia DSD utilizzata nello standard SACD (Super Audio CD). Ciò non vuol dire che i nuovi Vaio saranno in grado di riprodurre supporti SACD, ma tali nuove tecnologie saranno disponibili per applicazioni di audio editing e recording.
Semplificando estremamente il discorso, la grossa differenza tra la tecnolgia PCM e il DSD sta nel modo in cui il segnale è quantizzato. Nella tecnica PCM si suppone di aumentare la qualità del segnale digitale incrementando il numero di bit e la frequenza di campionamento.
Nella tecnica DSD l'approccio è decisamente diverso e la forma d'onda viene descritta da un treno di impulsi che "seguono" l'andamento del segnale, non per altro tale tecnologia viene chiamata anche Pulse Density Modulation. Confrontando il numero di cicli utilizzati per descrivere un secondo di musica il DSD è superiore di 64 volte rispetto alle attuali tecnologie utilizzate per i cd audio.
Fonte: Avmagazine.it
Ben più interessante è il rumors secondo cui i nuovi Vaio supporteranno la tecnologia DSD utilizzata nello standard SACD (Super Audio CD). Ciò non vuol dire che i nuovi Vaio saranno in grado di riprodurre supporti SACD, ma tali nuove tecnologie saranno disponibili per applicazioni di audio editing e recording.
Semplificando estremamente il discorso, la grossa differenza tra la tecnolgia PCM e il DSD sta nel modo in cui il segnale è quantizzato. Nella tecnica PCM si suppone di aumentare la qualità del segnale digitale incrementando il numero di bit e la frequenza di campionamento.
Nella tecnica DSD l'approccio è decisamente diverso e la forma d'onda viene descritta da un treno di impulsi che "seguono" l'andamento del segnale, non per altro tale tecnologia viene chiamata anche Pulse Density Modulation. Confrontando il numero di cicli utilizzati per descrivere un secondo di musica il DSD è superiore di 64 volte rispetto alle attuali tecnologie utilizzate per i cd audio.
Fonte: Avmagazine.it
36 Commenti
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Ci sarebbe da parlarne per ore ma la cosa migliore e ascoltarlo in qualche negozio Hi-End degno di tale nome con solo 2 buone casse.
Sono direi almeno 5-6 anni ch la tecnologia esiste ed anche i lettori da tavolo, carenti solo i supporti forniti da Sony, Chesky e pochi altri.
e' come se per ogni campionamento si prendesse l'altezza del solco di un disco in vinile, e la si propagasse, per ogni campionatura, invece che in verticale in orizzontale.
Il vantaggio e' esclusivamente dato dall'assenza del convertitore DA, o meglio, da un convertitore digitale/analogico velocissimo.
il CD e' diviso per settori; ogni settore del CD e' temporizzato con il ciclo di campionatura e puo' contenere dal minimo al massimo dell'ampiezza d'onda; quanto piu' il segnale e' positivo, tanto piu' e' alto il valore dell'ampiezza dell'onda in quel momento..
in un CD audio i dati sono scritti in bit, nel senso che l'altezza e' correlata al valore dato dalla sequenza i 0 e 1 che viene letta, qui invece il "solco" del disco quantizza l'altezza dell'onda in relazione al tempo.
in masterizzazione, mantenendo la velocita' di rotazione del disco costante, all'allontanarsi della testina dal cento cambiera' la lunghezza del singolo settore (che indica il campionamento), ma anche la velocita' angolare, e percio' il tempo per scrivere/leggere un settore sara' sempre lo stesso, ma lo spazio sara' maggiore.
ponendo, ad esempio, lunghezza del solco 0 per indicare il minimo dell'altezza dell'onda (contandola sempre con ordinate positive), e 100 il massimo dell'onda, bastera' contare quanto tempo sia "scritto" sul disco per sapere il valore del singolo campionamento.
in pratica si evita anche il convertitore digitale analogico, ottenendo una fedlta' audio molto piu' alta, anche se questa dipende esclusivamente dai cicli di campionatura, ma essendo i valori tra' 0 e 100 infiniti (il solco potrebbe essere lungo 56,987), si ottiene un deciso miglioramento della fedelta' audio, senza rinunciare alla praticita' dei disci ottici, e la loro maggiore qualita' rispetto al vinile: vita infinita ed esente da graffi..
dsd vs pcm
Non ha preso piede. C'è da un po' di anni ormai.Secondo me è un formato inutile, appunto perché devi avere un impianto da audiofilo per sentire le differenze. Ha trovato in parte riscontro nei SACD, roba per spennare i polli.
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